Ormai la ricerca mediche si sta spostando sempre di più verso il campo tecnologico, o magari sarebbe meglio dire che la tecnologia sta diventando parte integrante della medicina e della biologia. Tramite il progresso tecnologico, infatti, si stanno man mano creando e studiando le cure a malattie che fino a qualche anno fa si credevano incurabili, prima fra tutte il cancro. Da pochissimi anni si inizia addirittura a parlare di uomini robot, protesi meccaniche e chi più ne ha più ne metta. La speranza è quella, tra qualche tempo, di entrare negli ospedali e vedere tutta questa innovazione di cui si parla, oltre ai classici presidi medici come ad esempio il fonendoscopio, la bilancia medica, il più classico lenzuolino medico e tante altre attrezzature ormai ben note.
Le innovazioni del decennio
Se torniamo in dietro anche solo di 10 anni e iniziamo a pensare alle aspettative riguardo l’innovazione scientifica, probabilmente, mai avremmo pensato che sarebbe andata così avanti. I dispositivi che gli esperti testano e sperimentano hanno quasi del surreale. Sembra quasi di ritrovarsi in un film di fantascienza. Andiamo a vedere solamente alcuni dei dispositivi, su cui la ricerca sta lavorando.
Protesi e arti meccanici
Tra le scoperte più conosciute ci sono ovviamente le protesi, i progressi in questo campo sono ormai tangibili, tanto che si parla, ormai, di protesi meccaniche sempre più simili agli arti umani. Una vera e propria svolta per chi è costretto ad amputare parti non vitali del proprio corpo
E-Dura
In tal proposito, soprattutto per persone che si trovano immobilizzate e non possono più camminare, in svizzera si sta lavorando ad un dispositivo chiamato E-Dura. Tale macchinario è in grado di inviare elettrodi che mandano degli impulsi al midollo spinale, stimolando dei movimenti che, a causa di paralisi totali o parziali, sarebbero impossibili in modo naturale.
Nano-bot per la prevenzione di cancro e infarti
Si tratta di robot dalle dimensioni, microscopiche in grado di essere iniettati all’interno delle vene. Ne esistono di due tipologie, anti cancerogeni e contro infarti ed ictus. I primi hanno un’azione prettamente attiva infatti, una volta iniettati nel sangue sono in grado di inviare una sorta di messaggio alle cellule malate di cancro costringendole a “suicidarsi”. I secondi, invece, hanno una funzionalità di monitoraggio: servono infatti per osservare l’interno delle vene e delle arterie vitali in modo da individuare immediatamente il formarsi di accumuli di placche che potrebbero causare, quasi certamente un infarto oppure un ictus