Il termine “vaccino” deriva dal latino vaccinus, aggettivo che significa testualmente “della mucca” e venne introdotto dal medico britannico Edward Jenner nel 1796 per indicare il materiale delle pustole dei bovini ammalati di vaiolo, quasi innocuo per l’uomo. L’inoculamento del vaccino nel corpo umano, pur non essendo dannoso, sviluppava la resistenza al vaiolo umano, che è invece mortale. Oggi per vaccino si intende una preparazione artificiale capace di fornire immunità, sfruttando la memoria immunologica del sistema immunitario; l’introduzione dei vaccini ha permesso in pochi decenni di ridurre l’effetto di molte malattie gravi (alcune anche potenzialmente mortali) sulla popolazione che erano diffuse da millenni, nonché un abbassamento del tasso di mortalità infantile ed eliminare alcune forme di disabilità. Tra le malattie più gravi curate tramite la vaccinazione ricordiamo la pertosse, la poliomelite, la rosolia, il tetano e l’epatite.
I vaccini e l’autismo
Oggi si attraversa, in Italia ma non solo, un periodo di sfiducia tendenziale nelle istituzioni, la quale si riflette anche nei temi medico-scientifici in collegamento a una presunta malafede delle grandi multinazionali che controllano i medicinali.
Nel 2012 si assistette a un calo della copertura delle vaccinazioni e, stando a Google Trands, nello stesso periodo vi fu un picco di ricerche che aveva come parole chiave “vaccini” e “autismo”; questo fu causato fa una sentenza che accordava un risarcimento a una famiglia con un figlio autistico dopo che era stato ipotizzato un collegamento tra vaccino MPR (morbillo, parotite, rosolia) e l’autismo. Cercando su Youtube “vaccino e autismo” i risultati che si ottenevano erano solo provenienti da fonti antivacciniste, tanto che la comunità scientifica decise di fare “controinformazione” (paradossale definire controinformazione una comunicazione derivante dalla comunità scientifica ufficiale), sconfessando definitivamente il falso mito che i vaccini causino autismo.
Rischi reali
Tuttavia, vi è nella pratica della vaccinazione un margine di rischio e di incertezza, come ammesso dalla stessa comunità scientifica. Tali lati negativi riguardano principalmente errori durante la preparazione (che possono portare alla regressione dei microbi inseriti da stato attenuato a stato non attenuato) e ipersensibilità del paziente. Ovviamente l’efficacia e la sicurezza di ogni vaccino sono largamente testate con sperimentazioni cliniche molto attente e tali condizioni sono così rare (si parla di una percentuale inferiore allo 0,0001%) da non influire sull’efficacia della vaccinazione e, in ogni caso, quasi mai conducono a conseguenze rare, come è stato confermato dall’Organizzazione Mondiale per la Sanità dopo i risultati di numerosissimi studi (tra i tanti ricordiamo quelli raccolti dalla American Academy of pediatrics nel 2013) .
Oltre a questo, anche quando non è presente ipersensibilità o errori, vi possono essere complicanze: sono molto rare e generalmente simili a quelle della malattia contro la quale il vaccino agisce, ma comunque gli effetti di queste complicanze sono in ogni caso minori di quelli che avrebbe la malattia vera e propria sullo stesso organismo.